Trattoria Coco LezzoneVia del Parioncino, 26/r - 50100 Firenze - FI | Tel.: +39 055287178
La trattoria Coco Lezzone nasce in una stradina caratteristica del centro storico di Firenze nei primi dell’Ottocento, dapprima come bottega “Da Corrado”, detto anche “Coco Lezzone”, poi, negli anni Settanta, come tempio della cucina con la gestione della famiglia Paoli, alla guida del patron Gianfranco Paoli, che ha tramandato nel 2002 il locale al figlio Gianluca e al braccio destro Fabrizio Noferini, che portano avanti con onore la tradizione della trattoria e della cucina fiorentina più tipica.
Da Coco Lezzone, infatti, puoi assaporare, in un ambiente caratteristico e familiare, i piatti della tradizione gastronomica fiorentina, cucinati lentamente e pazientemente sui fuochi di una cucina a legna, alla vecchia maniera, accompagnati da ottimi vini toscani.
Gianfranco Paoli, fiesolano, è un costruttore professionista a Firenze ma quando comincia a frequentare il Coco gli scatta la scintilla: in quella trattoria c'erano gli stessi profumi della cucina di sua madre Emma. Così nel 1971 acquista i locali e si mette ai fornelli insieme ai fratelli Giuliano e Giampiero. Nel 2002, dopo la scomparsa di Gianfranco, a portare avanti la tradizione e la storia di questa antica trattoria è Fabrizio, braccio destro di Gianfranco.
Lezzone è uno di quesi soprannomi "alla maniera dei toscani". Corrado, negli anni '50 fu soprannominanto Coco, e gli fu affibbiato l'aggettivo "lezzone" (da lezzo: sporco) probabilmente perché stava vicino alle stazioni di posta dei cavalli. Da quel giorno, per tutti a Firenze, questa trattoria è Coco Lezzone. E si sa che chi disprezza compra!
Si comincia nei primi anni dell'800: due stanzine, il vino buono e la zuppa sempre sul fuoco per rinfrancare la pausa pranzo dei "fiaccherai". Ora come allora aristocratici e operai si trovano a consumare pasti di cucina tipica, su tavoloni comini e panche di legno. In cucina c'è una stufa economica che ha più di 100 anni in cui si cuociono ancora le vivande.
La cucina economica in ghisa e mattoni refrattari ha più di cento anni e tutti i piatti serviti in trattoria sono ancora cucinati lì. Si accende ogni mattino alle 6 con la legna. La cottura delle carni comincia la mattina presto, quando tutti dormono, proprio come facevano le nostre nonne. L'arista cuoce nella cucina ben 6 ore prima di essere portata in tavoli, mentre i sughi per la pasta non possono chiamarsi tali se non hanno sobbollito almeno 4 ore.
Una delle cantine più fornite della città di vini toscani, tra cui il Supertuscan Solaia e il Sassicaia e di vini rossi francesi. Ma per tutti i giorni ci sono i fiaschi del vino sincero di Raffaello Lippi di Vinci, non pastorizzato.